PROGETTI PON | Progetti di inclusione sociale, lotta al disagio e per garantire l’apertura delle scuole oltre l’orario scolastico
Proroga termini di presentazione: 14 novembre

A seguito dell’incontro richiesto dai sindacati scuola sul bando inerente  Progetti di inclusione sociale e lotta al disagio nonché per garantire l’apertura delle scuole oltre l’orario scolastico soprattutto nella aree a rischio e in quelle periferiche”, il Miur, rispondendo alla richiesta specifica ha prorogato  i termini di presentazione dei progetti, venendo incontro alle esigenze delle scuole, impegnate nell’ampia attività di  progettazione.
Ogni progetto se graduato secono i criteri fissati dal bando potrà accedere ad un finanziamento di 40 o 45 mila euro a seconda che il numero degli  studenti della scuola  sia inferiore o superiore a 1.000.

 

1) il termine di scadenza per la presentazione delle proposte progettuali è differito alle ore 14.00 del giorno 14 novembre 2016.

2) l’area del sistema Informativo Fondi (SIF) 2020, predisposta per la trasmissione dei piani firmati digitalmente, resterà aperta dalle ore 10.00 del giorno 15 novembre 2016 alle ore 14.00 del giorno 25 novembre 2016

 

L’incontro ha consentito di chiarire alcuni elementi chiave:

  • una scuola può proporre il proprio progetto anche in collaborazione con altre scuole, sia pubbliche che paritarie del territorio anche per l’utilizzo di laboratori linguistici, scientifici;
  • in caso di collaborazione tra più scuole, ciascuna scuola deve comunque candidare il proprio progetto autonomamente;
  • le ore degli esperti possono  essere suddivise su due o più persone;
  • l’incarico di tutor resta affidato alla stessa persona in relazione al controllo delle presenze e delle assenze da cui può dipendere anche la diminuzione dell’importo previsto per l’area gestionale.

 

L’amministrazione non ha accolto la richiesta sindacale di  regolamentare in modo più chiaro  la quantificazione degli impegni e l’accesso alla relativa retribuzione per i dirigenti scolastici  e per i Direttori SGA.

La UIL ha chiesto  inoltre di riparametrare  la retribuzione del tutor  adeguandola  a quella prevista dalla tabella 5 allegata al CCNL; ha chiesto infine una informativa sindacale specifica, rispetto a quella fornita  nei comitati di sorveglianza, in occasione della emanazione di ogni nuovo bando del fondo sociale.

All’incontro ha partecipato Noemi Ranieri.

 

GLOSSARIO DELLE POLITICHE DI COESIONE  PER LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI COMUNITARI

 

A cura di Luigi VELTRO – Coordinatore piani operativi nazionali UIL

 

ACCORDO DI PARTENARIATO

L’Accordo di partenariato è lo strumento previsto dalla proposta di Regolamento della Commissione europea nell’ambito del quale lo Stato membro delinea la strategia – risultati attesi, priorità, metodi di intervento – di impiego dei fondi comunitari per il periodo di  programmazione 2014-2020.

 

ADDIZIONALITÀ

È uno dei cinque principi dell’azione strutturale comunitaria: stabilisce che l’aiuto dell’Unione europea non deve avere come  conseguenza una riduzione dell’impegno degli Stati membri, ma si deve semplicemente aggiungere a quest’ultimo.

 

AIUTI DI STATO

Un aiuto di Stato consiste nell’intervento di un’autorità pubblica (a  livello nazionale, regionale ovvero locale), effettuato tramite risorse pubbliche, per sostenere alcune imprese o attività produttive. Un’impresa che beneficia di un tale aiuto ne risulta avvantaggiata rispetto ai suoi concorrenti. Il controllo degli aiuti di Stato risponde pertanto alla necessità di salvaguardare una concorrenza libera e leale all’interno dell’Unione europea. Gli aiuti di Stato sono regolati dal Regolamento UE 651/2014.

 

ASSISTENZA TECNICA

Le attività di assistenza tecnica possono essere finanziate dai Fondi strutturali. Su iniziativa della Commissione, entro un limite dello 0,25 % della dotazione annuale, possono essere finanziate azioni di preparazione, sorveglianza, sostegno tecnico e amministrativo, valutazione, audit e controllo necessarie all’attuazione dei regolamenti. Su iniziativa dello Stato membro, entro un limite del 4 % dell’importo complessivo assegnato nell’ambito degli obiettivi  Convergenza e Competitività regionale e occupazione, i Fondi possono finanziare attività di preparazione, gestione, sorveglianza,valutazione,informazione e controllo dei programmi operativi insieme alle attività volte a rafforzare la capacità amministrativa connessa all’attuazione dei Fondi.

 

AUDIT

Attività di controllo, obiettiva e indipendente, finalizzata ad aggiungere valore e a migliorare il funzionamento di un’organizzazione.

 

AUTORITÀ DI GESTIONE

È il soggetto responsabile dell’attuazione dell’Accordo di partenariato e dei programmi operativi. Si tratta di organismi pubblici o privati, nazionali, regionali o locali designati dallo Stato membro per la gestione di un intervento finanziato dai fondi comunitari (regolamento CE n.1260 del 1999, articolo 9).

 

COFINANZIAMENTO

Il Regolamento (CE) 1260/99 afferma che l’azione dei Fondi strutturali è complementare a quella degli Stati membri, sulla base del principio dell’addizionalità. Pertanto, si parla di azioni cofinanziate poiché gli stanziamenti relativi ai suddetti Fondi sono aggiuntivi a quelli dello Stato membro e non coprono per intero i costi degli interventi. Il regolamento, inoltre, specifica i tassi di partecipazione finanziaria dei Fondi agli interventi. Tale partecipazione è calcolata rispetto ai costi ammissibili totali o relativi a ciascun intervento. Relativamente all’ammissibilità delle spese vedi il Regolamento (CE) 1685/00.

 

DE MINIMIS

In linea generale gli aiuti di Stato, violando il principio comunitario della libera concorrenza, sono incompatibili con il mercato europeo. Il De Minimis è uno dei casi in cui si deroga a tale principio, considerata l’entità minore di detti aiuti. Si tratta di una tipologia di aiuto che lo Stato membro concede alle imprese di qualsiasi settore ad esclusione di alcune categorie. L’importo complessivo concesso ad un’impresa non può superare i 100.000 Euro su un periodo di tre anni.

 

DIALOGO SOCIALE

Il dialogo sociale è una prassi che prevede il confronto tra sindacati, organizzazioni degli imprenditori e istituzioni pubbliche nella definizione delle politiche socio/economiche. Il dialogo sociale costituisce uno dei pilastri del modello sociale dell’Unione europea e ha un ruolo fondamentale nella programmazione dei Fondi strutturali, che infatti si basa – coerentemente con il principio di sussidiarietà – su una stretta concertazione tra parti sociali, Commissione e Stato membro. Mediante questa azione di partenariato vengono quindi delineate le politiche di coesione e viene garantita un’efficace sorveglianza degli interventi comunitari.

 

DISIMPEGNO AUTOMATICO

La Commissione procede al disimpegno automatico della parte di un impegno di bilancio connesso ad un programma operativo che non è stata utilizzata per il prefinanziamento o per i pagamenti intermedi, o per la quale non le è stata trasmessa una domanda di pagamento entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello dell’impegno di bilancio nell’ambito del programma.

 

FEAMP

Il FEAMP, Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca è il nuovo fondo proposto per la politica marittima e della pesca della UE per il periodo 2014-2020.

 

FEASR

Il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) mira a rafforzare la politica di sviluppo rurale dell’Unione e a semplificarne l’attuazione. Migliora in particolare la gestione e il controllo della nuova politica di sviluppo rurale. E’ regolato dal Regolamento UE 1305/2013.

 

FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale)

Il FESR mira a consolidare la coesione economica e sociale dell’Unione  europea correggendo gli squilibri fra le regioni. In sintesi, il FESR  finanzia: aiuti diretti agli investimenti nelle imprese (in particolare le PMI) volti a creare posti di lavoro sostenibili;- infrastrutture correlate ai settori della ricerca e dell’innovazione, delle telecomunicazioni, dell’ambiente, dell’energia e dei trasporti; strumenti finanziari (fondi di capitale di rischio, fondi di sviluppo locale ecc.) per sostenere lo sviluppo regionale e locale ed incentivare la cooperazione fra città e regioni;- misure di assistenza

tecnica. Il FESR può intervenire nell’ambito dei tre obiettivi della politica regionale. Il FESR accorda inoltre particolare attenzione alle specificità territoriali. Il fondo interviene nelle aree urbane per ridurre i problemi economici, ambientali e sociali. Le zone che presentano svantaggi geografici naturali (regioni insulari, aree montuose scarsamente popolate) godono di un trattamento specifico. Il funzionamento è regolato dal Regolamento UE 1301/2013.

 

FONDI SIE (Fondi Strutturali e di Investimento Europei)

Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi Sie). Sono i fondi che forniscono sostegno nell’ambito della politica di coesione, cioè il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione (FC), e i Fondi per lo sviluppo rurale, cioè il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), e per il settore marittimo e della pesca, cioè il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Il funzionamento è regolato dal Regolamento UE 1303/2013 (Regolamento Comune).

 

FSE (Fondo Sociale Europeo)

Scopo del FSE è migliorare l’occupazione e le possibilità di impiego sul territorio dell’Unione europea. Il FSE sostiene l’azione degli Stati membri nei seguenti ambiti: adattamento dei lavoratori e delle imprese: sistemi di apprendimento permanente, elaborazione e diffusione di modelli più innovativi di organizzazione del lavoro;- accesso al mercato del lavoro per coloro che sono alla ricerca di un impiego, per le persone inoccupate, le donne e i migranti;- inclusione sociale dei gruppi svantaggiati e lotta contro la discriminazione sul mercato del lavoro;- valorizzazione del capitale umano mediante la riforma dei sistemi di istruzione e il collegamento in rete degli istituti di istruzione. E’ regolato dal Regolamento UE 1304/2013.

 

FSC (Fondo Sviluppo e Coesione)

Accanto ai fondi comunitari, il nostro Paese dispone per la politica di coesione di un Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) ex Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), che attua l’obiettivo costituzionale di “rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona” (art.119). Monitoraggio

Il complesso di procedure, tecniche e attività volte alla rilevazione e al trattamento dei dati relativi allo stato di attuazione finanziaria, fisica e procedurale di un investimento.

 

NUTS

La nomenclatura delle unità territoriali statistiche, in acronimo NUTS, identifica la ripartizione del territorio dell’Unione europea a fini statistici.

 

PAC (Piano di Azione e Coesione)

Nel corso del 2011 è stata avviata, d’intesa con la Commissione Europea, l’azione per accelerare l’attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2007-2013. Il Piano di Azione e Coesione è stato finanziato con la riduzione di una quota di cofinanziamento nazionale. L’obiettivo è di spendere i fondi disponibili e spenderli bene, per evitare che le risorse comunitarie vengano revocate.

Il Piano di Azione per la Coesione si attua attraverso una revisione delle scelte di investimento già compiute con lo scopo di accelerare l’attuazione della programmazione 2007-2013.

 

PAC (Politica Agricola Comune)

La politica agricola comune (PAC) appartiene alle competenze condivise  tra l’Unione europea (UE) e gli Stati membri. In virtù dell’articolo  39 del Trattato sul funzionamento dell’UE, essa si prefigge di assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori europei e una remunerazione equa agli agricoltori soprattutto grazie

all’organizzazione comune dei mercati agricoli e al rispetto dei principi, fissati nella conferenza di Stresa del 1958, dell’unicità dei prezzi, della solidarietà finanziaria e della preferenza comunitaria. La PAC costituisce una delle più importanti politiche

dell’Unione europea (le spese agricole rappresentano circa il 45% del bilancio comunitario). La sua elaborazione è soggetta alla procedura decisionale che prevede la maggioranza qualificata in seno al Consiglio e la consultazione del Parlamento europeo.

 

POLITICHE DI COESIONE

Le politiche di coesione, o politiche regionali, impiegano risorse pubbliche, europee e nazionali, con la finalità di rimuovere le disuguaglianze di sviluppo, incrementare le opportunità di crescita e inclusione sociale dei cittadini e promuovere la coesione economica fra i territori italiani. Gli interventi delle politiche di coesione traggono fondamento e legittimazione dalla Costituzione italiana (art. 119, quinto comma e art. 3, secondo comma) e dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (art. 174), che richiedono “interventi speciali” per promuovere uno “sviluppo armonico” (Trattato) e per “rimuovere gli squilibri economici e sociali” (Costituzione).

Le risorse dedicate alle politiche di coesione territoriale agiscono,  pur se in misura diversa, in tutto il Paese.

 

PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORMA (PNR)

Dal 2011, con il passaggio dalla strategia di Lisbona a Europa 2020 e l’istituzione del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio, il PNR, ai sensi della Legge 7 aprile 2011 n. 39, è confluito nel Documento di Economia e Finanza – DEF e ne costituisce la sezione III. A seguito della confluenza del PNR nel DEF la redazione del PNR è curata dal dipartimento del Tesoro, d’intesa con il dipartimento delle Politiche europee.

Il PNR serve a fare il punto sulle riforme messe in campo dopo le raccomandazioni adottate dall’Unione europea per l’anno precedente, illustrando la portata degli interventi in atto, la loro coerenza con gli orientamenti dell’Unione europea e il loro impatto atteso. Inoltre il PNR presenta una agenda di interventi previsti per i mesi successivi con cui si definisce il percorso attraverso il quale l’Italia intende conseguire gli obiettivi definiti a livello europeo (obiettivi strategici di EU 2020 su occupazione, conoscenza, energia e  clima, lotta alla povertà) garantendo la stabilità delle finanze pubbliche.

 

PROGRAMMA OPERATIVO

Un Programma operativo è un documento proposto dallo Stato nazionale o da una sua regione e approvato dalla Commissione europea al fine della attuazione in quel Paese e di conseguenza in quella Regione della programmazione comunitaria.

 

PSR

Piani di sviluppo rurale è un documento di programmazione redatto dalle Regioni, esso costituisce il principale strumento di programmazione e finanziamento per gli interventi nel settore agricolo, forestale e dello sviluppo rurale.

 

QFP

Il quadro finanziario pluriennale (QFP) fissa gli importi annui massimi che l’Unione europea può spendere nei vari settori d’intervento in un determinato periodo.

 

SEMESTRE EUROPEO

Il Semestre europeo – introdotto nel 2010 – costituisce l’occasione in cui ogni anno le politiche strutturali, macroeconomiche e di bilancio degli Stati membri vengono coordinate (cosiddetta, governance economica), in un’ottica di stabilità e convergenza, nonché per il conseguimento degli obiettivi posti dalla Strategia Europa 2020. Le tappe fondamentali del semestre europeo sono: Fine anno – la Commissione presenta l’analisi annuale della crescita, con cui individua le possibili priorità della UE per l’anno successivo per promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro.

Marzo – preso atto dell’analisi annuale della crescita, il Consiglio  europeo definisce gli orientamenti della UE per le politiche nazionali.

Aprile – gli Stati membri presentano i loro programmi di stabilità o convergenza e i programmi con le riforme e misure che intendono adottare per conseguire una crescita intelligente, sostenibile e solidale (Programmi nazionali di riforma).

Giugno – la Commissione valuta tali programmi e individua delle “raccomandazioni” – rivolte a ciascun paese – per una miglior efficacia e finalizzazione delle misure e delle riforme previste nei Programmi nazionali di riforma. Le Raccomandazioni sono quindi oggetto di discussione in ambito del Consiglio (nelle diverse formazioni “Affari generali”, “Economia e finanza”, “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori”) e quindi approvate dal Consiglio europeo.

Entro inizio luglio – le raccomandazioni rivolte ai singoli Paesi vengono adottate formalmente.

 

STRATEGIA EUROPA 2020

Nel giugno 2010 il Consiglio europeo ha adottato la Strategia Europa 2020 al fine di stimolare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La strategia individua gli obiettivi principali della UE per la ricerca e l’innovazione, il cambiamento climatico e l’energia, l’occupazione, l’istruzione e la riduzione della povertà per il 2020, che debbono tradursi in obiettivi nazionali. Gli orientamenti integrati Europa 2020 e sette iniziative quadro delineano in modo preciso il percorso verso una crescita sostenibile e in grado di creare nuovi posti di lavoro.

La strategia s’impernia su cinque obiettivi riguardanti l’occupazione, la ricerca, l’istruzione, la riduzione della povertà e i cambiamenti climatici/l’energia. Perché la strategia Europa 2020 dia i frutti sperati, è stato istituito un forte ed efficace sistema di governo dell’economia per coordinare le azioni a livello UE e a livello nazionale.

 

>>> I 5 obiettivi che la UE è chiamata a raggiungere entro il 2020 sono:

  1. Occupazione: innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni);
  2. R&S: aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell’UE ;
  3. Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica: riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili; aumento del 20% dell’efficienza energetica;
  4. Istruzione: Riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto del 10% ; aumento al 40% dei 30-34enni con un’istruzione universitaria;
  5. Lotta alla povertà e all’emarginazione: almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno.

 

YEI – IOG (INIZIATIVA OCCUPAZIONE GIOVANI)

Youth employment initiative (YEI): Iniziativa lanciata dalla Commissione europea per favorire l’occupazione giovanile; essa mira in particolare a favorire l’integrazione nel mercato del lavoro di giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET) nelle regioni dell’Unione con un tasso di disoccupazione giovanile nel 2012 superiore al 25%.

Be Sociable, Share!