LEGGE DI STABILITA’
La posizione della Uil su scuola e fisco nell’audizione parlamentare
I soldi stanziati per la detassazione del salario di produttività devono continuare ad avere quella destinazione, con o senza l’accordo tra le parti, perché un’intesa in tal senso c’è già: è quella del 28 giugno 2011 – ha affermato il segretario Uil, Luigi Angeletti.
L’attuale Governo deve semplicemente ripristinare le condizioni che, su questa materia, aveva già stabilito il precedente Esecutivo.
Per quel che riguarda la scuola, infine, è inaccettabile che si allunghi l’orario di lavoro e non si preveda di pagare il corrispettivo.
In merito alla Legge di Stabilità, pubblichiamo uno stralcio, relativo al fisco e alla scuola, del testo dell’audizione UIL presso le Commissioni riunite Bilancio e Programmazione Economica di Camera e Senato sui documenti di bilancio per il triennio 2013-2015. La relazione è stata presentata alle Commissioni da Domenico Proietti, segretario confederale UIL.
Fisco: il saldo è negativo. Si penalizzano lavoratori e pensionati
Sarebbe stato sicuramente più efficace e più mirato destinare le risorse utilizzate per diminuire la prima e la seconda aliquota IRPEF, all’aumento delle detrazioni dei redditi da lavoro e da pensione. Più efficace perché avrebbe finalizzato l’intervento a una fascia di persone che in questi anni, più di altri, hanno pagato la crisi. Più mirata perché, se l’obiettivo è quello di promuovere la crescita, la strada più efficace per incentivare una ripresa dei consumi e quindi dell’attività produttiva è dare più risorse a decine di milioni di lavoratori dipendenti e pensionati.
Il calo dell’Irpef è un primo passo verso la riduzione fiscale, ma gli interventi fiscali nel complesso, con l’Iva e le detrazioni, portano ad un saldo negativo per gran parte degli italiani ed in particolare per i lavoratori dipendenti e pensionati – ha detto, nella relazione di analisi del provvedimento, Domenico Proietti. Il governo ha concentrato la sua attenzione esclusivamente al miglioramento dei conti pubblici, con scelte che hanno pesantemente penalizzato i lavoratori dipendenti e i pensionati. Così si rischia di aggravare la recessione: il limite maggiore dell’azione economica del Governo è stato quello di non finalizzare le politiche di risanamento al sostegno della crescita.
No ai tagli alla scuola pubblica
Sugli interventi previsti per il settore scuola chiediamo al Parlamento di correggere il testo del ddl. È profondamente sbagliato continuare a tagliare le risorse della scuola pubblica. Significa rinunciare al futuro e minare le basi culturali e civili del nostro Paese. In particolare bisogna evitare iniquità ed ingiustizie a danno di migliaia di insegnanti. L’arbitrario innalzamento delle ore di lavoro, senza tenere conto dei Ccnl esistenti, provoca di fatto un taglio del personale precario (che vedrà ridotte o annullate le possibilità di utilizzo) e una diminuzione ulteriore delle retribuzioni che sono già tra le più basse d’Europa.