Uil Scuola: “Il Parlamento non la voti”
Non esiste alcuna ragione plausibile per obbligare a 24 ore di lezione, eliminando il contratto di lavoro, lasciando le retribuzioni invariate, se non l’intento di recuperare risorse, riducendo gli organici e risparmiando su supplenti e precari – commenta Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, dopo la pubblicazione del testo della legge di stabilità.
Se in nessun paese europeo, né in Germania, né in Austria, né in Finlandia, paesi che hanno ottimi standard di apprendimento, c’è un orario a 24 ore – sottolinea Di Menna – ci sarà pure una ragione.
Il Governo vuole portare gli insegnanti italiani verso un record unico: i docenti con il maggior numero di ore di lezione e le minori retribuzioni.
Al ministro, che li ha definiti ‘veri eroi moderni’ ricordiamo che gli insegnanti piuttosto vanno rispettati e trattati come seri professionisti impegnati in un lavoro importante e difficile.
Ci auguriamo – aggiunge Di Menna – che il parlamento eviti una frattura tra gli insegnanti italiani e chi ha responsabilità di decidere. Il testo della legge va assolutamente emendato con l’eliminazione delle misure riguardanti la scuola.
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(in allegato il testo della parte di ddl che riguarda la scuola, con nota tecnica dell’Ufficio Studi della UIL Scuola)