Si è svolta a Varsavia la conferenza conclusiva del progetto finanziato dalla Commissione europea, DG Affari sociali sulla discriminazione di genere nel mondo del lavoro. Per la UIL Scuola ha partecipato Rossella Benedetti.

 

Il CSEE, che ha gestito il progetto e le attività ricerca, ha riunito a Varsavia rappresentanti delle istituzioni europee (Consiglio d’Europa), dei datori di lavoro (EFEE) e di alcuni importanti istituti di ricerca europei (Eurofund, università di Parigi Ovest e Nuova Università Bulgara). Anche i sindacati hanno contribuito alla discussione con i risultati di ricerche condotte in proprio e con esempi di buone pratiche all’interno del mondo dell’educazione.

In generale, è emersa la persistente discriminazione nei confronti di donne e di personale di etnia diversa nonostante l’esistenza di leggi mirate ad eliminare le differenze di trattamento in ambito lavorativo. In particolare, continua ad esistere una marcata femminilizzazione di quelle professioni che danno minore reddito e riconoscimento sociale. Questo è il caso, naturalmente, della professione docente in quasi tutti i Paesi europei. Tutti i relatori hanno sottolineato la notevole importanza che la cultura ha nel perpetuare certi stereotipi e, quindi, la necessità che proprio la scuola, sin dai primi anni, modifichi tali convinzioni e rafforzi l’autostima delle bambine, incoraggiandone aspirazioni anche verso settori lavorativi tradizionalmente maschili.

Nella formazione dei docenti e nei libri di testo dovrebbero essere introdotti elementi di sensibilizzazione nei confronti di tali tematiche. La UILScuola, assieme agli altri rappresentanti dei sindacati italiani, ha tenuto comunque a precisare, che la professione docente in sé ha bisogno, specialmente in Italia, di essere valorizzata, dal punto di vista salariale e delle condizioni di lavoro che certo non permettono a nessuno, uomo o donna che sia, di offrire il servizio migliore possibile, né una continuità di dialogo con gli alunni.

Be Sociable, Share!